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Gli scudi


Il guerriero Asmat considera lo scudo come l'arma più potente. Questo oggetto, che reca i simboli degli spiriti protettori, rappresenta l’anima stessa del guerriero, che non se ne separa se non per lasciarlo al proprio erede diretto. Lo scudo non verrà distrutto neppure nel caso in cui il guerriero muoia e non fosse possibile lasciarlo a qualcuno. In questo caso esso sarà conservato privo della sua cima (vedi foto a lato).

Gli scudi non sono soltanto potenti strumenti di guerra, ma nella loro iconografia degli antenati rappresentano una protezione contro gli spiriti malevoli e i fantasmi. Nelle capanne vengono riposti vicino all’ingresso o trasversalmente sul pavimento affinché proteggano la casa durante la notte e in caso di assenza degli abitanti. Nelle feste e nei rituali, vengono disposti in gruppo, cosicché la forza dell’uno si possa sommare a quella dell’altro, con un effetto cumulativo che infonde ai guerrieri coraggio, forza di sopportazione e destrezza nell’uso delle armi.

Gli scudi si dividono in quattro aree stilistiche, come illustrato nella cartina a fianco, ciascuna caratterizzata da un tipo di decorazione, forma e particolari motivi o disegni. Per costruirli si utilizzano lungo i villaggi della costa le radici di mangrovia o di altra pianta della famiglia delle Rhizophore, che nel passato venivano scolpite con pezzi di osso o di conchiglia. Oggi invece è comune l’uso del metallo. Nell’interno viene utilizzato un legno più pesante. E’ da notare che possono anche avere un’altezza di oltre 2,00 metri.

  

  


Gli scudi della zona costiera e centrale (area A) sono rettangolari, con una figura ancestrale in cima che assume la forma di una proiezione fallica, detta cemen (pene) dello scudo.

Gli scudi provenienti dai villaggi del Nord-Ovest (area B) sono più larghi ed hanno forma ovale; presentano una cima separata chiaramente definita, spesso rassomigliante ad una razza, tartaruga o un uccello casuario. Lo scudo nella sua interezza ha una forma fallica.

Gli scudi dell’area Citak o Kaunak (area C) hanno le dimensioni più grandi in assoluto. La cima finisce con una punta arrotondata che rappresenta in astratto una testa umana. La base è piatta.

Gli scudi del Fiume Brazza (area D) sono simili a quelli dei villaggi Citak, con la differenza della cima, che si assottiglia a punta, sulla quale sono dipinti due occhi a spirale ed il naso, a sembianza dell’antenato a cui è dedicato lo scudo.

Il corpo centrale dello scudo è coperto dai simboli tipici della caccia alle teste, che variano a seconda della regione in cui sono stati scolpiti. I disegni più arditi si trovano sulla costa meridionale (zona A) e perlopiù rappresentano il bipane, gli anelli da naso in conchiglia che a loro volta rimandano simbolicamente alle zanne del cinghiale selvatico Questo disegno può essere alternato o combinato con il simbolo ainor, dal significato così terrificante da immobilizzare il nemico: enormi occhi dilatati sotto la forma di due spirali collegate tra loro. Gli scudi del Nord-Ovest (area B) sono più piccoli e con disegni assai intricati, con simboli totemici che rappresentano la volpe volante, le sue zampe, code di cuscus, mulinelli d’acqua e ossa di cinghiale. Le popolazioni Citak (area C) scolpiscono frequentemente l’intero corpo dello scudo con un unico disegno ripetuto più volte, che simboleggia l’acqua che scorre nello scolatoio del sago. Si conosce poco degli altri disegni Citak e ancor meno quelli legati alle popolazioni del Fiume Brazza (area D).

Tutti i disegni riprodotti sullo scudo danno al proprietario gli attributi necessari per convivere col mondo degli spiriti, che possono essere benefici o maligni, a seconda del rapporto che egli ha con lo spirito del proprio scudo. Il primo obiettivo dello scudo è placare tutti gli spiriti che abitano la foresta ed i fiumi.